Pellini Giovanni

Data di nascita
Luogo di nascita
Meina
Data di morte
Luogo di morte
Palermo


icona Carriera docente

Data inizio carriera
1911
Data fine carriera
1912
Facoltà
Scuola di Farmacia
Insegnamenti
Chimica farmaceutica e tossicologica; Chimica bromatologica
Biografia

In seguito al trasferimento di Mario Betti all'Università di Siena, si rese vacante la cattedra di Chimica farmaceutica e tossicologica presso l'Università di Cagliari. Il 16 gennaio 1911, classificatosi primo nella terna per il concorso alla detta cattedra bandito dall'Università di Cagliari, il professor Giovanni Pellini fu nominato professore straordinario di Chimica farmaceutica e tossicologica, ed incaricato anche di Chimica bromatologica. Confermato per l'anno accademico 1911-1912, dal successivo fu trasferito allo stesso insegnamento presso l'Università di Palermo. La cattedra di Chimica farmaceutica venne allora affidata provvisoriamente all'aiuto alla cattedra, il dottor Amedeo Colombano e poi vinta, per concorso, da Luigi Mascarelli. Mentre l'insegnamento di Chimica bromatologica andò al professor Oddo Casagrandi.

Giovanni Pellini conseguì la laurea in Chimica generale nel 1897, a Pavia. Fu assistente nell'Accademia Navale di Livorno negli anni 1897 e 1898 e dal 1899 fu assistente a Padova, nel laboratorio di Chimica generale. Nel 1903 conseguì, per titoli, la libera docenza in Chimica generale e tenne ininterrottamente un corso di Chimica analitica: ebbe poi, negli ultimi anni della sua permanenza a Padova, l'incarico della Elettrochimica. Dopo la parentesi nell'ateneo cagliaritano, Pellini concluse la sua carriera accademica a Palermo.

Ambiti di ricerca

Quando la scienza della radioattività era ancora in embrione, nel marzo del 1902 Giovanni Pellini entrò in campo sperando di essere tra i primi ad aprire nuove strade. La sua ricerca fino a quel momento si era concentrata sul dilemma relativo all'inversione dei pesi atomici di tre coppie di elementi: nichel-cobalto, potassio-argon e tellurio-iodio. Per il tellurio sostenne che, secondo un'ipotesi non confermata di Mendeleev, potesse contenere al suo interno un elemento finora sconosciuto con proprietà chimiche simili. Un'altra idea, più pragmatica ma meno rivoluzionaria, veniva dal chimico fiorentino Augusto Piccini: sosteneva che il problema poteva essere l'errore umano nella determinazione del peso atomico del tellurio. Nessuno poteva immaginare in quel momento il concetto di isotopo, che avrebbe aperto la strada verso una risoluzione del problema.

Pellini non accettò nessuna delle due idee. Dopo aver letto il lavoro pionieristico di Becquerel e dei coniugi Curie, nonché il lavoro di Willy Marckwald sul radiotellurio, si convinse che questo minerale poteva contenere una sostanza radioattiva con un peso atomico superiore. Iniziò quindi ad analizzare campioni di tellurio, sia in forma elementare che come TeO2. Dopo aver frazionato una quantità di materia prima, Pellini intuì che anche questa sostanza, che chiamò tellurium X, era presente in quantità estremamente minime e che si trattava dell'omologo superiore del tellurio, ovvero il polonio. Scoprì che il suo peso atomico era 212, abbastanza vicino al valore oggi accettato di 209 per il polonio. Alcuni anni dopo determinò con grande precisione che il peso atomico del tellurio era di 127,6; il valore oggi accettato è 127,60. Studiò anche l'isomorfismo del tellurio con il selenio, confermando la sua posizione (nonostante il peso atomico anomalo) nella tavola periodica.

Ha pubblicato:

  • Sulla esistenza di complessi tra sostanze puriniche e il salicilato sodico, in collab. con M. Amadori, Tip. P. Prosperini, Padova 1910
  • I tellururi d'argento, Tip. R. Accademia Dei Lincei, Roma 1910
  • I tellururi d'oro, Tip. R. Accademia Dei Lincei, Roma 1910
  • Le combinazioni del selenio con l'argento, Stab. tip. Lao, Palermo 1914
  • Solubilità e attività, Tip. R. Accademia Dei Lincei, Roma 1914
  • I tellururi d'argento e d'oro: Nota, Tip. Lao, Palermo 1914.
Carriera extra accademica

Gli interessi del Pellini erano molto ampi, soprattutto per quanto riguarda il lato pratico della chimica: profumi, estratti vegetali, esplosivi e guerra chimica. Per quanto riguarda quest'ultima, lavorò per il Ministero della Guerra italiano alla sintesi e alle proprietà di nuovi gas bellici e li provò persino lui stesso. Questo potrebbe essere il motivo della sua morte improvvisa e prematura, avvenuta il 26 gennaio 1926.

Riferimenti bibliografici
  • Annuario della R. Università degli Studi di Cagliari per l'anno accademico 1910-1911, Prem. Stab. Tip. P. Valdés, Cagliari 1911
  • M. Fontani, M. Costa, M. V. Orna, The Lost Elements: The Periodic Table's Shadow Side, Oxford University Press, NY 2015

  • R. Nasini, Giovanni Pellini, in LA CHIMICA ITALIANA - Società Chimica Italiana, ad vocem


Autore/i: Cogoni Laura
Revisore/i: Todde Eleonora
Aggiornamento scheda: 2022-08-25