La Facoltà di Giurisprudenza

La Facoltà di Giurisprudenza fu una delle quattro facoltà “storiche”, assieme a Filosofia e Arti, Medicina e Teologia, presente dalla fondazione spagnola del 1620 e confermata dalla rifondazione sabauda del 1764.

La Facoltà di Giurisprudenza rivestì un ruolo chiave nella storia dell’Università di Cagliari sin dalla sua nascita: l’élite cittadina, promotrice della fondazione dell’ateneo aveva infatti individuato negli studi legali uno strumento utile per conseguire le cariche delle magistrature del regno.

L’importanza degli studi di Giurisprudenza risultò addirittura accresciuta con la rifondazione del 1764 poiché in essi veniva individuato il mezzo adatto per la formazione di una nuova classe dirigente locale, educata secondo i valori della monarchia sabauda, da porre al servizio del piano di riforme voluto da Torino; sotto questo aspetto la riforma ebbe sicuramente grande successo poiché molti dei nuovi laureati ebbero importanti ruoli nella società civile, soprattutto nel triennio rivoluzionario del 1793-1796. 

La riorganizzazione sabauda mise fine ad una lunga crisi dell’ateneo cagliaritano, durante la quale pur mantenendo l’uso degli esami non si erano tenute le lezioni: con le Costituzioni del 1764 la facoltà venne riformata in un corso di studi della durata di quattro anni articolato nei due insegnamenti tradizionali di Ius civile e Ius canonicum e con la divisione nei tre gradi di baccellierato, licenza e laurea. La durata complessiva di quattro anni costituiva un accorciamento del corso rispetto alle costituzioni spagnole e all’organizzazione torinese.

Dopo un riordinamento parziale avvenuto con le Regie Patenti del 1842, nelle quali vennero soppressi gli insegnamenti di Diritto feudale e Diritto romano antico ormai ritenuti desueti e vennero aumentati gli stipendi dei professori di leggi, la Facoltà di Giurisprudenza subì una forte riorganizzazione con l’approvazione del nuovo ordinamento universitario del 14 maggio del 1850: il corso veniva reso quinquennale e le materie insegnate passavano da cinque a undici.

Avveniva così un rinnovamento degli insegnamenti impartiti, più volte considerato una priorità per la facoltà cagliaritana, divenuto oramai improrogabile a causa della fusione politico-amministrativa tra la Sardegna e gli stati di Terraferma avvenuta nel 1847. I buoni propositi della riforma vennero però in parte vanificati dalle ristrettezze economiche del regno che non permisero di coprire efficientemente le cattedre: gli undici insegnamenti previsti erano infatti divisi tra soli otto professori e ciò impedì che le materie potessero essere adeguatamente trattate.

Un generale riassetto delle università, frutto della riforma del 1859 dovuta all’allora ministro Gabrio Casati e del regolamento universitario del 20 ottobre 1860 promulgato dal suo successore Terenzio Mamiani, non portò grandi innovazioni alla facoltà: il prestigio delle scienze giuridiche rimaneva inalterato e nel corpo docente dell’Università di Cagliari, su venti professori ordinari, ben otto appartenevano alla Facoltà di Giurisprudenza.

Con l’unificazione italiana si rese necessario un ulteriore intervento a causa dell’inadeguatezza delle leggi sardo-piemontesi rispetto ai disparati ordinamenti scolastici presenti nel resto d’Italia: si procedette allora ad emanare una legge sulle tasse universitarie il 31 luglio del 1862 e il 14 settembre dello stesso anno venne promulgato il nuovo regolamento universitario del ministro Carlo Matteucci.

Nel nuovo regolamento fu stabilito per la Facoltà di Giurisprudenza il rilascio di due lauree, la prima di scienze giuridiche e la seconda di scienze politico-amministrative, venne inoltre imposto l’obbligo di sostenere sedici esami. Nello stesso anno fu istituita nella facoltà cagliaritana la cattedra di Diritto costituzionale e nel 1863 si divisero gli insegnamenti di Diritto penale e Procedura civile e penale, fino ad allora impartiti sotto un’unica cattedra. Con la riforma Matteucci l’ateneo cagliaritano venne inserito nella seconda categoria meno prestigiosa; tale declassamento privò di preziose risorse l’università e diede origine ad un lungo contenzioso contro tale decisione.

Proprio la carenza di risorse impedì che si tenessero a Cagliari gli insegnamenti di Diritto internazionale, Economia politica e Diritto amministrativo, previsti dalla riforma Matteucci, e obbligatori per il rilascio della laurea nelle scienze politico-amministrative. Solo nel 1871 venne attivato l’insegnamento di Diritto amministrativo ma bisognò attendere fino al 1886 perché la facoltà cagliaritana potesse impartire tutti gli insegnamenti previsti che, nel frattempo, a seguito del regolamento del 1876 del ministro Michele Coppino erano: Istituzioni di diritto romano, Storia del diritto, Diritto romano, Diritto canonico, Diritto civile, Diritto commerciale, Diritto e Procedura penale, Procedura civile e Ordinamento giudiziario, Economia politica, Statistica, Diritto costituzionale, Diritto amministrativo, Diritto internazionale, Filosofia del diritto, Nozioni elementari di medicina legale.

 

Bibliografia essenziale

Autore: Riccardo Zucca
Coordinamento scientifico: Eleonora Todde