Radicati Giampietro
Carriera docente
Entrato nell’ordine del Calasanzio neppure diciassettenne, Giampietro Radicati giunse in Sardegna in giovane età e si perfezionò all’Università di Torino. Socio del collegio delle Arti dell’ateneo torinese, fin dal 1837 ebbe dal Ministero di Sardegna un «affidamento» della cattedra di Matematica. A seguito del decesso del canonico Efisio Uselli, l'11 febbraio 1840 fu nominato professore di Matematica e Geometria elementare nella Regia Università di Cagliari, con stipendio di 520 lire sarde e soldi 16, con l'obbligo di dare un corso annuale di Complemento d'algebra agli allievi del primo anno di Architettura. Tenne entrambi gli insegnamenti fino all'agosto del 1852 quando, essendo stati trasferiti gli studi elementari filosofici dall'università al Collegio di Santa Teresa, fu in questo nominato professore di Filosofia positiva. Nel 1851 presentò al Consiglio universitario una petizione per ottenere una qualche considerazione dal Ministero della Pubblica Istruzione, in quanto aveva impartito per dieci anni anche le lezioni di Complemento d'algebra in contemporanea con l'insegnamento della Matematica elementare, senza percepire però alcuna retribuzione per tale impegno. La domanda venne respinta, in quanto il Radicati si era offerto "spontaneamente" di impartire tale insegnamento che, secondo gli ordinamenti universitari, era comunque compreso nei doveri del professore.
Già nel 1840 chiese un aumento di stipendio in ragione delle lezioni di Complemento d'algebra che teneva agli allievi del primo anno di Architettura, ma anche in quel caso la domanda non venne esaudita. Gli insegnamenti di Matematica elementare e di Fisica furono attivi nell’ateneo solo fino 1851-52, poiché a seguito del R. D. 24 ottobre 1851, n. 1282, che riformava la distribuzione degli studi nei collegi-convitti nazionali, tali cattedre passarono al Collegio di Santa Teresa e con essi i loro professori, i quali però figurarono sempre come appartenenti al personale universitario. Il 30 agosto 1853, Radicati ottenne la dispensa dall'insegnamento del Complemento d'algebra per gli allievi del primo corso di Architettura, il quale venne assegnato provvisoriamente, con dispaccio del 17 settembre dello stesso anno, al professor Alessandro Massimino, già professore di Matematica elementare nel Real Collegio di San Giuseppe. Il Consiglio universitario, nell'agosto del 1854, osservò che il metodo d'insegnamento del professor Massimino non era il più appropriato per far apprendere agli allievi di Architettura, pertanto, per il nuovo anno scolastico, ritenne opportuno richiamare allo stesso insegnamento il Radicati.
Con dispaccio 17 dicembre 1860, Radicati fu incaricato dell'insegnamento dell'Algebra. Con Regio Decreto 20 ottobre 1861 fu nominato professore ordinario di Introduzione al calcolo, con lo stipendio annuo di 2500 lire; con posteriore dispaccio del 31 dello stesso mese venne incaricato anche delle lezioni di Fisica. Non potendo tenere questo doppio insegnamento, il 4 novembre dello stesso anno venne esonerato dall'insegnamento della Geometria analitica e, il 19 novembre, dell'Introduzione al calcolo, le quali vennero assegnati a Pietro Boschi.
Con il Regio Decreto 14 Settembre 1862, n. 842, si ebbe il primo Regolamento Generale delle Università del Regno di Italia e fu attivo con l’anno scolastico 1862-1863. Attraverso questo regolamento il Matteucci offriva una nuova visione dell’istruzione superiore. Le università vennero articolate in sei facoltà (Teologia, Giurisprudenza, Scienze fisiche, matematiche e naturali, Medicina e Chirurgia, Filosofia e Lettere), i cui insegnamenti dovevano essere organizzati in modo tale da non dare più spazio a varianti locali. In esecuzione di tale regolamento, si ripristinò nell’ateneo isolano l’insegnamento della Fisica sperimentale, il Radicati fu così destinato esclusivamente all'insegnamento della Fisica e, con Dispaccio Ministeriale del 18 ottobre 1862, confermato nel suddetto insegnamento; con Decreto del 20 marzo del 1865 fu nominato direttore del Gabinetto di Fisica. Radicati mantenne l'insegnamento e la direzione del gabinetto fino alla morte, avvenuta nel 1871. Il Ministero poi, incaricò il professore Pierluigi Perotti nella successione della cattedra, fino alla nomina del nuovo titolare, Antonio Pacinotti, avvenuta nel 1873.
Di lui abbiamo un manuale Primi elementi di matematica: ad uso della Regia Università di Cagliari, Tipografia Timon, Cagliari; Aritmetica - parte prima, 1847; Algebra - parte seconda, 1848; Geometria - parte terza, 1852.
Diede lezioni di Grammatica e lettere nelle Scuole Pie del convento di San Giuseppe, e fu anche prefetto. Fu professore di Filosofia positiva presso il collegio di Santa Teresa.
- Annuario della Regia Università di Cagliari per l'anno scolastico 1870-1871, Tip. Timon, Cagliari 1871;
- F. Colli Vignarelli, Gli scolopi in Sardegna, Gasperini, Cagliari 1982
- L. Cogoni, La Facoltà di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali nell’Archivio Storico dell’Università di Cagliari. Sezione Seconda (1848-1900), tesi di laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’arte, Università degli studi di Cagliari, a.a. 2017-2018 (relatori: prof.ssa Cecilia Tasca, prof.ssa Eleonora Todde)
- P. Meloni Satta, Effemeride Sarda, Tip. G. Dessì, Sassari 1877, p. 131
- R. Scoth, Le riforme carlo-albertine del 1840 e la formazione matematica degli agrimensori e degli architetti all’Università di Cagliari, in «Studi storici», fasc. 3, luglio-settembre 2013, il Mulino, Bologna 2013
- F. Vivanet, Omaggio funebre di F. Vivanet, in «Corriere di Sardegna», 28 luglio 1871, pp. 2-3.
- Archivio Storico dell'Università di Cagliari, Regia Università degli Studi di Cagliari, Sezione I, s. 1.5 Patenti di nomina, b. 13, n. 2, cc. 102v-103v; ivi, s. 1.11 Personale, b. 41, n. 3, cc. 53v-54r
- Archivio Storico dell'Università di Cagliari, Regia Università degli Studi di Cagliari, Sezione II, Carteggio (1848-1900), s. 1.1 (1849-1851), b. 1, n. 6, cc. 72-90; ivi, s. 1.3 (1853), b. 5, n. 78, cc. 34-40; 69-74; ivi, s. 1.4 (1854), b. 7, n. 107, cc. 42-45; ivi, s. 1.10 (1860), b. 17, n. 307; ivi, s. 1.11 (1861), b. 19, n. 349; ivi, s. 1.12 (1862), b. 21, n. 391; ivi, s. 2.3 (1865), Pos. 3 10, b. 30, n. 220; ivi, s. 2.9 (1871), Pos. 2 5, b. 47, n. 517
Revisore/i: Todde Eleonora