Plazza Michele Antonio

Data di nascita
Luogo di nascita
Villafranca di Verona
Data di morte
Luogo di morte
Cagliari


icona Carriera docente

Data inizio carriera
1759
Data fine carriera
1789
Facoltà
Scuola di Chirurgia
Insegnamenti
Chirurgia
Biografia

Michele Plazza, completati gli studi inferiori ottenne, nel 1738, un posto nel Collegio delle Provincie per seguire gli studi di Chirurgia all’Università di Torino. Seguì i corsi di Chirurgia pratica e di Istituzioni chirurgiche, tenuti in quegli anni dal Glincher e dal Lotteri, ma respirò anche lo stile francese lasciato in eredità dal parigino Pierre Simon Rouhault, che fu il primo professore di Chirurgia all’Università di Torino, ricoprendo tale incarico per quasi dieci anni. Al termine di un impegnativo percorso di studi durato quasi sei anni, nel maggio del 1744, a ventiquattro anni computi da poco, Michele Antonio Plazza ottenne le patenti per esercitare la Chirurgia nelle città al di qua dei monti. Si trattava della licenza più alta in grado che poteva essere rilasciata dall’Università di Torino, un titolo che sul piano professionale risultava ancora più prestigioso in virtù della circostanza che il nostro era stato beneficiario di una "piazza" (una borsa di studio) nel Reale Collegio delle Provincie.
Fu investito alla cattedra di Chirurgia dell'Università di Cagliari, per nomina del viceré Francesco Tana di Santena il 30 agosto del 1759, e gli venne inoltre affidata la neonata Scuola di Chirurgia. I risultati della sua conduzione furono da subito lusinghieri: nell’anno accademico 1762-1763 risultava che a quella data erano iscritti 45 allievi provenienti da varie città e villaggi dell’isola. Nell’anno accademico 1764-1765 il numero era aumentato di ulteriori 14 scolari. Inoltre la Scuola di Chirurgia di Cagliari risultò essere, tra le scuole dell’ateneo previste dai nuovi ordinamenti, quella di migliore riuscita: 15 erano gli studenti frequentanti i corsi di Teologia, 11 quelli di Leggi e 12 gli iscritti di Medicina. In conseguenza del nuovo disciplinamento degli studi superiori avviato attraverso la restaurazione dell’università a partire dal 1764, il ruolo del Plazza rimase circoscritto a quello di professore di Chirurgia nell’omonima scuola, pertanto la stella del francavillese incominciò a perdere brillantezza. Ma trovò occasioni di collaborazione con il collega professore di Medicina Teorico-pratica, Giacomo Giuseppe Paglietti, e con il professore di Materia medica, Pietro Francesco Degioanni. Dopo lunga carriera, complice l'età avanzata, venne messo a riposo e sostituito nell'insegnamento della Chirurgia dal chirurgo collegiato di Torino Giuseppe Galleani, che ricevette la nomina il 12 maggio 1789.

Ambiti di ricerca

Sin dai primi mesi di soggiorno cagliaritano, a margine degli impegni sanitari, il chirurgo piemontese rivolse lo sguardo verso le produzioni naturali dell’isola, in particolare su quelle botaniche, che poi sarebbero sfociate nel primo saggio di botanica sistematica dedicato specificatamente al mondo vegetale sardo, con il titolo Fasciculus Stirpium Sardiniae in Diocesi Calaris lectarum a M. A. Plazza Chirurgo Taurinensis, quas in usum Botanicorum recenset Carolus Allionius. La botanica sistematica, improntata sul modello della tassonomia binomiale linneiana radicata nella filosofia sessuale, fu forse il suo principale rifugio intellettuale. Una passione che il Plazza coltivò con grande competenza e impegno fino al 1791, quando morì, a quasi settantuno anni, più di trentasei dei quali trascorsi nell’isola che contribuì a far diventare più moderna e sviluppata. Michele Plazza compose tra il 1755 e 1756 Le Riflessioni intorno ad alcuni mezzi per rendere migliore l’isola di Sardegna, una corposa relazione concernente il territorio isolano, la quale fu sottoposta anche all’attenzione del conte Bogino. Ma la grande opera del Plazza fu la Flora Sardoa, un notevole progetto di repertoriamento e classificazione sistematica della vegetazione dell’isola, un’opera laboriosa ed estesa che lo impegnò per molti decenni, e che purtroppo il francavillese non riuscirà a portare fino alla stampa, che avvenne grazie a A. Terracciano, La “Flora Sardoa” di Michele Antonio Plazza da Villafranca redatta con i suoi manoscritti. Il Plazza diede un importantissimo contributo all’epigrafia isolana, anche se si tratta di un riconoscimento postumo e molto tardivo. Le varie annotazioni del Plazza ci testimoniano la considerevole dimensione, ma anche il deplorevole stato di abbandono del patrimonio archeologico isolano di età antica e medioevale. I suoi schizzi sono tra le testimonianze più antiche a nostra disposizione e precedono quelle del Della Marmora e dello Spano. Le iscrizioni epigrafiche antiche sono state quelle che hanno attratto maggiormente la curiosità antiquaria del Plazza. Di trentasette di esse, di età classica, romana, bizantina e medievale, Plazza, comprendendo appieno l’importanza storica di tali reperti, provvide ad effettuare la trascrizione. Un lavoro accurato che è giunto fino a noi, trasmettendoci un documento unico e irripetibile. Inoltre, i supporti lapidei di alcune di queste iscrizioni non sono stati più ritrovati dopo la lettura fattane dal francavillese, perciò le sue ricopiature sono divenute una base documentale primaria per la ricostruzione del patrimonio epigrafico sardo.

Carriera extra accademica

Approdò a Cagliari per la prima volta nella primavera del 1748, al seguito dell'abate Giulio Cesare Gandolfi di Ricaldone, che in quell’anno era stato nominato arcivescovo della capitale del regno. In qualità di chirurgo personale del prelato, Plazza rimase al suo servizio, e quindi in Sardegna, per 3 anni e tre mesi consecutivi. Nell’agosto del 1751 si allontanò temporaneamente dalla Sardegna per recarsi in Francia, con l’intenzione di approfondire gli studi e di perfezionare le sue competenze medico-chirurgiche. Trascorsi circa sedici mesi tra Parigi e Montpellier, nel dicembre del 1752 il chirurgo rientrò nella capitale sarda per riassumere l’incarico al servizio del presule per un ulteriore anno e mezzo circa, fino al giugno del 1754. Dopo di che, si congedò ancora una volta dal Gandolfi e dall’isola per rientrare a Torino, da dove si allontanerà una volta di più, per giungere definitivamente a Cagliari il 29 giugno 1759. Plazza inoltre, una volta insediatosi a Cagliari si dedicò con lena alla realizzazione di un orto botanico. Purtoppo il progetto si arenò, a causa della pochezza delle finanze regie e della ristretta visione politica e culturale del Bogino e di quanti non vedevano di buon occhio la costruzione dello stabilimento.

Riferimenti bibliografici
Riferimenti archivistici
  • Archivio Storico dell'Università di Cagliari, Regia Università degli Studi di Cagliari, Sezione I, s. 1.2 Disposizioni regie, b. 4, n. 1; ivi, s. 1.5 Patenti di nomina, b. 13, n. 1, cc. 131v-132v; ivi, s. 1.9 Deliberazioni, b. 18, n. 1, cc. 19, 47, 56, 78, 97

Autore/i: Cogoni Laura , Todde Eleonora
Revisore/i: Todde Eleonora
Aggiornamento scheda: 2022-08-28