Nalli Pia Maria
Carriera docente
Conseguì la laurea in Matematica il 10 gennaio 1910, discutendo una tesi assegnatale da Giuseppe Bagnera, del quale fu assistente dal 1° aprile al 16 novembre 1911. Dopo aver insegnato per circa un decennio la matematica nelle scuole medie superiori (prima nelle scuole normali femminili di Avellino e di Trapani, dal 16 novembre 1912 nella scuola tecnica femminile di Palermo), nel 1920 vinse concorso per la cattedra di Analisi infinitesimale all’Università di Cagliari, unica donna degli otto concorrenti, fra i quali gli ex normalisti Mauro Picone, che risultò primo nella terna dei vincitori, e Giuseppe Vitali, che non fu nemmeno preso in considerazione, malgrado gli innovativi risultati delle sue ricerche. La commissione collocò al secondo posto della terna Nalli che, in attesa dell’approvazione degli atti del concorso, riuscì a ottenere un comando presso l’Università di Catania.
Logica e prassi consolidata avrebbero suggerito che il primo ternato venisse chiamato a Cagliari e Nalli a Catania. Ma era una donna, la prima a occupare in Italia una cattedra di Matematica, e dunque a Catania andò Picone, mentre Nalli fu nominata professore straordinario di Analisi presso l'ateneo sardo, dove restò sei anni. Le tornate concorsuali del 1925-1927 le fruttarono, infatti, il trasferimento a Catania, dove sarebbe rimasta fino alla fine della sua carriera, malgrado il fortissimo desiderio di ritornare nella "sua" Palermo. Il trasferimento all’Università di Catania fu gravido di polemiche perché, nel dargliene notizia, il preside della Facoltà di Scienze le precisò che la «deliberazione, subordinata alla partecipazione ufficiale da parte del ministero», le era stata anticipata per farla decidere a non prender parte al successivo concorso di Firenze. Era l’inizio di una avventura che partiva col piede sbagliato e si sarebbe trasformata in un quarantennio circa di disagi e di malessere. Nalli infatti partecipò al concorso di Firenze, classificandosi al secondo posto della terna, mentre il candidato locale, per il quale la facoltà aveva preparato quella delibera, non venne nemmeno preso in considerazione. Inevitabile la ritorsione della facoltà, che dichiarò decaduta la delibera del 4 agosto 1926 e perciò annullò la proposta di trasferimento. Nalli, per nulla intimorita, si rivolse al ministro Pietro Fedele esponendo i fatti: mancata chiamata a Pavia, mancato trasferimento a Catania malgrado i cinque concorsi vinti e chiedendogli di voler «richiamare la facoltà di Catania ad una maggiore serietà ed all’obbligo morale di ripetere il voto già fatto per la chiamata». Il ministro fece di più: espresse al rettore, perché ne informasse la facoltà, una ferma e viva «deplorazione per l’accaduto», e visti gli atti nominò Nalli – in considerazione della vacanza della cattedra e del fatto che non le era stata offerta nessuna nomina da parte delle università italiane – professore stabile di analisi con decorrenza dal 16 febbraio 1927.
Trovandosi in un ambiente dichiaratamente ostile, Nalli cercò di fuggire il prima possibile, e naturalmente pensò alla ‘sua’ Palermo. Ma, ancora, dovette fare i conti con altre piccole combines dei matematici locali e col maschilismo del preside della Facoltà di Scienze, il fisico Michele La Rosa, del quale in un altro esposto al ministro del 12 maggio 1928 disse: «L’ultimo ritrovato della facoltà di Palermo per demolirmi, come risulta da lettera direttami dal professore La Rosa, è che io non sarei in grado di tenere la disciplina, perché, la scolaresca di Palermo essendo numerosa, per tenere la disciplina occorrono, secondo la frase del detto professore la Rosa, delle solide qualità virili. Protesto contro tale asserzione: la disciplina l’ho sempre tenuta, e se mai mi si può rimproverare di essere troppo dura. Per tenere la disciplina non occorre fare a pugni con gli studenti: occorre e basta non essere ridicoli. Ed io non sono ridicola né come donna né come professore».
Pia Nalli ebbe il merito di aver contribuito alla diffusione in Italia dell'integrale di Lebesgue, si occupò dello studio degli operatori integrali sulla scia delle ricerche compiute dal matematico svedese E. I. Fredholm: dal 1928 si concentrò sul calcolo differenziale assoluto, su cui scrisse un'interessante monografia e intrattenuto una fitta corrispondenza con Tullio Levi-Civita.
Alcune pubblicazioni: Riduzione di un fascio di curve piane di genere uno, corrispondente a se stesso in una trasformazione birazionale involutoria del piano, «Rendiconti del circolo matematico di Palermo», s. l, v. 31, 1911, pp. 92–108; Sopra una nuova specie di convergenza in media. Memoria seguita da una Aggiunta, «Rendiconti del circolo matematico di Palermo», s. l, v. 38, 1914, 305-319 e pp. 320–323; Esposizione e confronto critico delle diverse definizioni proposte per l'integrale definito di una funzione limitata o no, Stab. Tip. Virzì, Palermo 1914; Sulle equazioni integrali. Note I, II, III, IV, V e VI, «Rendiconti della R. Accademia nazionale dei Lincei, classe di scienze fisiche matematiche e naturali», s. V, v. 27, 1918, pp. 118–123, 159-163, 192-196, 260-263, 316-322 e v. 28, 1919, pp. 200–204; Generalizzazione di alcuni punti della teoria delle equazioni integrali di Fredholm, «Annali di matematica pura e applicata», s. III, v. 18, 1919, pp. 235–261; Sopra una equazione funzionale. Note I, II, III, IV e V, «Rendiconti della R. Accademia nazionale dei Lincei, classe di scienze fisiche matematiche e naturali », s.V, v. 29, 1920, pp. 23–25, 84-86, v. 30, 1921, pp. 85–90, 122-127 e v. 31, 1922, pp. 245–248; Sulle operazioni funzionali lineari, «Rendiconti del circolo matematico di Palermo», s.I, v. 46, 1922, pp. 49–90; Sul parallelismo di Levi-Civita e sopra certe possibili estensioni, «Rendiconti della R. Accademia nazionale dei Lincei, classe di scienze fisiche matematiche e naturali », s. VI, v. 7, 1928, pp. 380-383; Parallelismo e coordinate geodetiche, «Rendiconti della R. Accademia nazionale dei Lincei, classe di scienze fisiche matematiche e naturali », s.VI, v. 9, 1929, pp. 526-530; Risoluzione di due problemi classici per mezzo di una equazione di Volterra, «Annali di matematica pura e applicata», s. IV, v. 17, 1938, pp. 193-202; Lezioni di Calcolo differenziale assoluto, Tipografia Zuccarello ed Izzi, Catania 1952; Calcolo tensoriale ed operazioni funzionali. Note I e II, «Bollettino dell'unione matematica italiana», s. III, v. 11,1956, pp. 117–122 e v. 12, 1957, pp. 131–144.
- G. Fichera, Necrologio, «Bollettino dell'Unione Matematica Italiana», vol. XX, 1965, n. 6, pp. 544-549
- A. Guerraggio, P. Nastasi, Matematici da epurare. I matematici italiani tra fascismo e democrazia, EGEA spa, Milano 2018, pp. 58-60
- P. Nastasi, Nalli, Pia, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 77, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 2012, ad vocem
- E. Strickland, Scienziate d'Italia: diciannove vite per la ricerca, Donzelli Editore, Roma 2011
- Archivio Centrale dello Stato, Ministero della pubblica istruzione, Direzione generale dell'istruzione universitaria, Divisione prima, Fascicoli personali dei professori ordinari, III versamento, 1940-1970, b. 334, Nalli Pia Maria
Revisore/i: Todde Eleonora