Leo Pietro Antonio
Carriera studente
Conseguì il baccellierato il 1789-08-17, la licenza il 1792-01-25 e la laurea il 1792-07-19.
Revisore/i: Todde Eleonora
Carriera docente
Pietro Antonio Leo fu medico e filosofo. Nacque in Arbus, piccolo villaggio del capo meridionale della Sardegna, il 2 aprile 1766. La rusticità dei suoi genitori, e la povertà in cui vivevano, fu causa della poca e quasi nessuna educazione da lui ricevuta nell'infanzia. Leo fu precocemente avviato al lavoro dei campi, da cui riuscì a sottrarsi, in contrasto con i genitori, per proseguire gli studi prima nel suo paese, poi a Cagliari, dove si trasferì. Qui, ospite di una famiglia benestante presso la quale si era messo a servizio, completò gli studi di grammatica latina, lettere e retorica sotto la guida degli scolopi.
Successivamente, il sostegno di uno zio ecclesiastico gli permise di intraprendere gli studi universitari: nel 1785-1786 frequentò la Facoltà di Filosofia e dal 1787 al 1789 quella di Medicina, dove passò direttamente dal secondo al quarto anno e conseguì la laurea nel 1791-1792, meritando l'apprezzamento di tutti i docenti. Nel settembre 1794, dopo aver esercitato la professione medica nel suo paese natale, Pietro Antonio Leo si presentò al concorso per la cattedra di Istituzioni mediche presso la Regia Università di Cagliari, resasi vacante in seguito alla promozione del professore titolare, il sardo Salvatore Cappai, chiamato alla cattedra di Medicina teorico-pratica. Leo prevalse brillantemente sugli altri due concorrenti. La sua nomina venne decretata dal sovrano con Regie Patenti del 7 dicembre 1794, e stipendio di 100 scudi sardi.
Il primo pensiero del Leo, dacchè si vide preposto alla pubblica istruzione, fu quello d'introdurre in Sardegna i nuovi sistemi che avevano già operato una salutare rivoluzione nella medicina europea ed ottenne - grazie all'appoggio degli ambienti accademici che lo giudicavano "versatissimo nella teoria medica" - un "sussidio pubblico" per recarsi presso l'Università di Pisa per perfezionare le sue conoscenze di botanica e di anatomia.
Si trasferì per due volte in Italia, nel 1798 e nel 1800, al fine di apprendere i progressi compiuti dalla scienza in quel periodo. Potè così incontrare colleghi molto esperti nella clinica medica e frequentare i grandi ospedali di S. Chiara a Pisa e S. Maria Novella a Firenze, oltre a quelli di Bologna, Milano, Torino e Genova. In particolare in Toscana, dove fu più a lungo, godette della protezione di F. Vaccà Berlinghieri - padre del chirurgo Andrea e zio del fisiologo F. Chiarenti -, che in Italia fu tra i primi critici delle dottrine mediche di John Brown e che nel 1797, provveditore dell'Università di Pisa, tenne l'orazione per l'inaugurazione dell'albero della libertà a Firenze.
Nel frattempo, l'apprezzamento degli ambienti scientifici torinesi e la buona fama che si era conquistato in Toscana valsero a Leo, il 20 febbraio 1798, l'attesa nomina alla cattedra di Materia medica a Cagliari, a seguito di concorso in cui fu l'unico a presentarsi, con annuo stipendio di 600 lire di Piemonte e trattenimento di 200. Dal 1801 al 1804 fu a Cagliari, dove si dedicò all'insegnamento, a una generosa assistenza medica e a sperimentazioni scientifiche. Nel settembre del 1801, con sorprendente tempestività rispetto a realtà europee sanitariamente più evolute, quale responsabile pro tempore dell'assistenza medica presso l'ospedale, chiese al governo viceregio di potere sperimentare sugli esposti il "nuovo metodo" della "vaccinatura" per la prevenzione del vaiolo, cioè la pratica messa a punto nel 1798 da E. Jenner, che superava la precedente metodica di "variolizzazione" con pus umano. Nello stesso settembre 1801 il Collegio della facoltà medica, di cui il Leo era membro particolarmente autorevole, interpellato da Carlo Felice di Savoia, all'epoca viceré di Sardegna, dette parere favorevole all'introduzione della vaccinazione nel Regno.
Nel 1804 il desiderio di aggiornarsi e di approfondire i suoi studi lo portò dapprima a Montpellier, sede della prestigiosa Università di Chaptal, e poi a Parigi. Qui si ammalò gravemente e morì l'8 maggio del 1805, per flogosi epato - polmonare all'età di 39 anni, dopo aver riscosso fama di grande scienziato, di clinico valentissimo e di riformatore della medicina nell'ateneo cagliaritano, circondato dall'affetto della piccola pattuglia dei patrioti sardi (G.M. Angioy, M. Obino, M.L. Simon) che avevano abbandonato l'isola dopo il tragico epilogo della "sarda rivoluzione" (1793-1796).
Nel 1801 la R. Stamperia di Cagliari pubblicò l'unico scritto di Pietro Leo a noi pervenuto: Di alcuni antichi pregiudizi sulla così detta sarda intemperie. Lezione fisico-medica, un'interessante dissertazione sulla malaria, che andava ben oltre la polemica confutazione dei principali pregiudizi sulle cause della malattia e si proponeva, in realtà, come appassionato manifesto di una nuova, illuminata clinica medica.
La Regia Accademia di agricoltura di Torino lo elesse, il 19 settembre 1798, "socio libero corrispondente". Nell'estate del 1802, quando a Cagliari fu istituito l'innovativo servizio del "medico dei poveri", Leo fu uno dei quattro medici assegnati ai quartieri della capitale e destinato al popoloso sobborgo di Stampace. Nel novembre dello stesso anno divenne inoltre medico delle Carceri.
Il 31 gennaio 1805, i soci della neonata Società agraria ed economica di Cagliari, posta sotto il patrocinio di Carlo Felice, lo avevano eletto all'unanimità socio ordinario, sottolineandone la notorietà e le benemerenze nella repubblica letteraria (era già membro dell'Accademia dei curiosi della natura di Erlangen, della Botanica di Ratisbona, della Mineralogica di Jena).
- P. Meloni Satta, Effemeride sarda: Col l'aggiunta d'alcuni cenni biografici, Tip. Giuseppe Dessì, Sassari 1877, pp. 34, 59, 81, 238
- P. Sanna, Leo, Pietro Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 64, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma 2005
- P. Tola, Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna, vol. II, Arnaldo Forni Editore, Bologna 1837-1838, pp. 181-184
- Archivio Storico dell'Università di Cagliari, Regia Università degli Studi di Cagliari, Sezione I, s. 1.5 Patenti di nomina, b. 13, n. 1, cc. 155v-156v, 167v-168v, 209r-210r; ivi, s. 2.2 Concorsi per l'assegnazione delle cattedre, b. 52, n. 2, cc. 35r-40v, 63r
Revisore/i: Todde Eleonora