De la Cabra Bernardo

Luogo di nascita
Zaragoza
Data nascita
1580
Data di morte
Luogo di morte
Cagliari


icona Carriera rettore

Inizio mandato
1642
Fine mandato
1644
Biografia

La sua investitura come rettore dello Studio cagliaritano è celebrata in un raro opuscolo pubblicato nel 1642 e custodito presso la Biblioteca Universitaria di Cagliari, dove è pervenuto a seguito del lascito della collezione bibliografica di Ludovico Baille, già presidente della stessa Biblioteca e deceduto nel 1839. L’opuscolo riporta che il nuovo Cancellario y Retor fu accolto con grandi festeggiamenti da tutto il Corpo accademico, e che a seguito della cerimonia di insediamento fu celebrata una messa solenne.
Il De la Cabra è ricordato per i suoi dissidi con i viceré di Sardegna, con il Capitolo della Cattedrale e con i consiglieri civici, nonché per essere il primo abitante di Cagliari deceduto a causa della grande peste. I primi dissidi tra il De la Cabra e le autorità politiche avvennero per questioni di cerimoniale: il nuovo arcivescovo, infatti, si rifiutò di andare, con tutto il Capitolo, sulla soglia della Cattedrale per accogliere il viceré, Fabrizio Doria duca d’Avellano, ivi recatosi per assistere alle celebrazioni in onore dell’Assunzione della Vergine. A questi incidenti diplomatici seguirono le divergenze politiche.
Simili furono i problemi con il Capitolo e con i consiglieri, legati anche a questioni finanziarie e di culto. Quando, nel 1644, si insediò il nuovo rettore nominato dai consiglieri, il De la Cabra, benché fosse ancora cancelliere dell’università, disertò la cerimonia ufficiale di incarico e giuramento del suo successore. Sebbene non più rettore, ma quale arcivescovo fervente applicatore dei dettami del Concilio di Trento, con il Sinodo celebrato al principio del 1651 il De la Cabra legiferò sull’abbigliamento degli studenti laici. Dai Capitoli del Sinodo, infatti, apprendiamo che molti di essi indossavano l’abito ecclesiastico pur non avendone diritto, per di più con poca onestà e decenza, dando così – secondo l’arcivescovo – un’immagine sgradevole dei chierici e procurando il disprezzo per lo stato ecclesiastico. L’arcivescovo ordinò che anche questi studenti seguisserole norme di decenza o, in alternativa, abbandonassero del tutto l’uso di tale abito.
Secondo la storiografia sarda, il De la Cabra fu la prima vittima della grande pestilenza dell’età barocca. La tradizione, tramandata nell’Ottocento dal Martini e dallo Spano, vuole che egli, trasgredendo alle regole sanitarie e di isolamento imposte dalla Junta del morbo, si fece portare alcune vesti da Suelli e San Pantaleo, località già colpite dall’epidemia. L’errore fu fatale a lui e alla città. Le spoglie dell’arcivescovo furono tumulate in Cattedrale, e in suo onore fu innalzato un imponente monumento funebre a cura, secondo l’iscrizione, del Capitolo e del viceré.

Carriera extra accademica

Fu canonico e arcidiacono di Tarazona, inquisitore di Saragozza, Conca e Siviglia, e vescovo di Barbastro dal 1639. Nel 1642 fu trasferito in Sardegna in qualità di arcivescovo di Cagliari.
Tra le azioni intraprese da Bernardo De la Cabra nel corso della sua carriera sono degne di nota quelle volte alla conservazione dell’archivio dell’Archidiocesi, da lui affidato al giovane canonico e archivista Lucas Canepa, e l’incarico di far realizzare il ritratto di ogni suo predecessore, da porsi in Cattedrale.

Riferimenti bibliografici
Riferimenti archivistici
  • Archivio Storico del Comune di Cagliari, Sezione Antica, vol. 32, c. 31, 1644 febbraio 27

Autore/i: Cogoni Laura, Rapetti Mariangela, Todde Eleonora
Revisore/i: Todde Eleonora
Aggiornamento scheda: 2020-11-24