Citanna Giuseppe Umberto

Illustre critico letterario apprezzato da Benedetto Croce, Giuseppe Citanna trascorse la sua infanzia a Catanzaro. Nel 1903 si trasferì con tutta la famiglia a Monteleone, oggi Vibo Valentia; nel 1905 a Messina, dove si trovava il 28 dicembre del 1908, giorno del devastante terremoto che distrusse la città. Il sisma rase al suolo anche casa Citanna, seppellendo fra le macerie il padre, e ferendo gravemente Giuseppe. Nel 1909 i Citanna si trasferirono a Napoli, ove Giuseppe, nel 1914, conseguì la laurea in Lettere nell'università partenopea. Successivamente, insegnò nelle scuole secondarie della stessa città.

Ottenuta la libera docenza in Letteratura italiana, insegnò prima a Napoli e poi presso l’Università statale di Milano dove si era trasferito. Tra il 1933 e il 1934 si recò a Rio de Janeiro, dove tenne un corso di Letteratura italiana e delle conferenze all’Accademia Brasiliana. Rientrato in Italia, portò a termine e pubblicò nel 1935 il saggio storico-critico «Il Romanticismo e la poesia italiana dal Parini al Carducci», dedicato a quest’ultimo poeta nel centenario della sua nascita.
Nel 1939, a seguito di vincita di concorso, fu chiamato alla cattedra di Letteratura italiana presso l’Università di Catania, ma, essendo il Citanna celibe, per le allora vigenti leggi fasciste non poté avere la nomina. Il 29 ottobre 1942 fu nominato professore straordinario di Letteratura italiana nell'Università di Cagliari, e promosso ordinario tre anni dopo, il 1° novembre 1946.

Dal 1° novembre 1950 proseguì la sua carriera all'Università di Trieste, chiamato ad insegnare la stessa disciplina.

Collocato a riposo nel 1965, morì a Trieste il 6 giugno 1978.