Capone-Braga Gaetano

La giustificazione della divinità trascendente e dell'oggettività dei valori, sia estetici che morali, costituì il filo conduttore della  ricerca del professor Capone-Braga.

Il punto di partenza della sua filosofia è il bisogno religioso, l'insoddisfazione che lo spirito prova nei confronti del mondo terreno. Questa insoddisfazione non è quella di Kierkegaard, bensì quella di Agostino, di Petrarca, di Leopardi, concetto ben espresso nella sua opera La concezione agostiniana della libertà (Padova 1931) e definì questa sua filosofia "realismo teistico integrale" (Lineamenti di un realismo teistico integrale, Firenze 1934). Il Capone-Braga, non padroneggiando sino in fondo la fondamentale distinzione kantiana tra "intellectus archetypus" e "intellectus ectypus", si arenò in una metafisica di tipo platonico-leibniziano (Il mondo delle idee, Milano 1954). Per quanto riguarda l'estetica analizzò l'essenza dell'opera d'arte, che consisteva nell'emozione con cui l'artista coglieva questa traccia imitandola in varia combinazione (Il problema estetico, Cagliari 1936); mentre ne Il problema del fondamento dell'etica, (Firenze 1945) i valori morali del Capone-Braga appaiono con evidenza quelli tradizionali della scolastica e del platonismo cristiano.